Adriano non sta bene, ha bisogno di sostegno e aiuto, lo pensa il suo ex agente Gilmar Rinaldi che esprime tutta la sua preoccupazione per l’imperatore in un’intervista per UOL Esporte. L’Imperatore è senza squadra da ormai un anno e mezzo, dopo la poco fortunata parentesi alla Roma, poche presenze, tanti guai fisici e una rescissione contrattuale con la stagione ancora in corso, ha provato a rilanciarsi con il Corinthians, senza successo, per poi tornare al Flamengo. La squadra che lo ha lanciato e lo ha rilanciato dopo la fine della parentesi interista è stata l’ultima a credere in lui, senza fortuna, da allora la carriera del giocatore è praticamente finita e la sua vita è tornata ad essere in balia dei vecchi fantasmi.
È di pochi giorni fa la notizia del suo tentativo di ritornare con la maglia dell’Internacional, ma è stato scartato, troppo lontano dal peso forma per giocar ad alti livelli, questa bocciatura lo ha letteralmente devastato. Oggi le parole di Rinaldi sono molte chiare in questo senso, se Adriano non riceve il supporto di cui ha bisogno potrebbe correre dei grossi rischi, in pericolo non c’è più la carriera, ma la sua vita:
Non mi importa della carriera del giocatore, sono preoccupato per l’uomo. Soffre di una grande depressione e nessuno lo sta aiutando. La morte del padre, i problemi con l’alcol, le scorribande notturne e il legame mai reciso con la favela in cui è nato e cresciuto non sono i veri di problemi di Adriano, quanto piuttosto le conseguenze di una profonda depressione e un modo inadeguato di affrontarla. Per me Adriano è come un figlio e la mia preoccupazione principale è per la sua vita, non per la sua carriera. Se temo che possa suicidarsi? Non saprei, dico solo che sono molto preoccupato e che avrebbe bisogno di essere seguito da uno specialista.
Poi il procuratore attacca Ronaldo, il fenomeno è il responsabile del trasferimento di Adriano al Corinthians, una mossa sbagliata secondo Gilmar Rinaldi. Giocare nel secondo club più popolare in Brasile comporta una pressione enorme, troppa per uno con i problemi dell’ex interista, soprattutto se contemporaneamente non c’è l’adeguato supporto psicologico. L’accusa è moto semplice, Ronaldo e il Timão hanno abbandonato Adriano:
Ronaldo decise di portarlo al Corinthians nonostante io fossi convinto che non fosse il caso di esporlo a una simile pressione. All’epoca, però, sia lui che il Corinthians mi promisero che lo avrebbero fatto seguire da vicino da uno psicologo. Doveva essere nel contratto, nero su bianco. E oggi che fine hanno fatto le loro promesse? Lo hanno lasciato solo.
Speriamo che l’appello del suo ex agente non cada nel vuoto. Se ormai sembra impossibile recuperare Adriano come calciatore, ed è un peccato imperdonabile considerando il potenziale con cui avevamo a che fare, bisogna provare a fare di tutto per salvarlo almeno come uomo, per non farlo cadere preda di un male oscuro e terribile come la depressione.
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